Il “pacchetto lavoro” licenziato dal Governo ha previsto che ai datori di lavoro che, senza esservi tenuti, assumano a tempo pieno ed indeterminato lavoratori che fruiscono dell’Aspi venga concesso, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore, un contributo mensile pari al 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore.
Viene escluso il caso in cui detti lavoratori, nei sei mesi precedenti, siano stati licenziati da impresa che presenti assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dell’impresa che assume o risulti con quest’ultima in rapporto di collegamento o controllo.