Con la risoluzione n. 45/E del 30 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito un importante chiarimento che amplia significativamente la platea dei beneficiari dell’incentivo al trattenimento in servizio dei lavoratori. La novità più rilevante riguarda l’estensione del regime di non imponibilità anche ai dipendenti pubblici, precedentemente esclusi da questa agevolazione.
Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025
La disciplina dell’incentivo al trattenimento ha subito una sostanziale modifica con l’articolo 1, comma 161, della Legge di Bilancio 2025, che ha sostituito la precedente formulazione contenuta nella Legge di Bilancio 2023. Le novità introdotte sono duplici e particolarmente significative.
In primo luogo, è stata ampliata la platea dei soggetti destinatari dell’incentivo. Non più soltanto i lavoratori che maturano il diritto alla pensione anticipata flessibile (i famosi “quota 100” con 62 anni di età e 41 anni di contributi), ma anche coloro che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il termine per la maturazione di questi requisiti è fissato al 31 dicembre 2025.
Come funziona l’incentivo nella pratica
Il meccanismo dell’incentivo è relativamente semplice ma di grande impatto economico per i lavoratori interessati. I dipendenti che hanno maturato i requisiti pensionistici possono scegliere di rinunciare all’accredito contributivo della quota a loro carico presso l’ente previdenziale. Questa rinuncia ha effetto dalla prima scadenza utile per il pensionamento successiva alla data in cui viene esercitata la facoltà.
La conseguenza pratica è che il datore di lavoro non è più tenuto a versare all’ente previdenziale la quota contributiva a carico del lavoratore, ma deve corrispondere interamente questa somma al dipendente. Si tratta, in sostanza, di un aumento netto della retribuzione mensile pari ai contributi previdenziali che il lavoratore avrebbe dovuto versare.
Il regime fiscale agevolato
L’aspetto fiscale rappresenta il cuore dell’agevolazione. Le somme corrisposte al lavoratore in sostituzione dei contributi previdenziali non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente, godendo quindi di un regime di non imponibilità ai fini IRPEF. Questo significa che l’importo percepito è completamente netto da imposte.

