La NASPI 2025 (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) ha subito importanti modifiche con la Legge di Bilancio 2025. Questa guida completa ti spiega tutti i nuovi requisiti NASPI, come funziona il calcolo NASPI 2025, quando e come presentare la domanda NASPI e quali sono le novità introdotte dall’INPS con la circolare n. 98 del 5 giugno 2025.
Se hai perso il lavoro involontariamente dal 1° gennaio 2025, è fondamentale conoscere le nuove regole per accedere all’indennità di disoccupazione NASPI ed evitare di perdere il diritto alla prestazione.
Che cos’è la NASPI e Chi Ne Ha Diritto nel 2025
La NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS ai lavoratori che hanno perso involontariamente il posto di lavoro. Con le modifiche del 2025, la NASPI requisiti sono diventati più stringenti per evitare abusi del sistema.
Per avere diritto alla NASPI 2025, devi soddisfare contemporaneamente questi requisiti base:
- Essere in stato di disoccupazione involontaria
- Aver maturato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti
- Aver lavorato almeno 30 giorni effettivi nei 12 mesi precedenti la disoccupazione
Il Nuovo Requisito NASPI 2025: Cosa Cambia per le Dimissioni Volontarie
La principale innovazione riguarda l’introduzione di un requisito contributivo aggiuntivo che si applica in una situazione specifica: quando la cessazione involontaria del rapporto di lavoro per la quale si richiede la NASPI è preceduta, nei dodici mesi antecedenti, da dimissioni volontarie o risoluzione consensuale di un rapporto a tempo indeterminato.
In questi casi, il lavoratore deve dimostrare di aver maturato almeno tredici settimane di contribuzione contro la disoccupazione nel periodo che intercorre tra la cessazione volontaria del precedente rapporto a tempo indeterminato e la successiva cessazione involontaria. Questo nuovo requisito ha una chiara finalità antielusiva, mirando a evitare strategie che potrebbero aggirare le normali condizioni di accesso alla prestazione.
È importante sottolineare che questa condizione aggiuntiva non influisce sul calcolo dell’importo né sulla durata della NASPI, che continuano a essere determinati secondo le disposizioni ordinarie previste dal decreto legislativo 22/2015.
I Requisiti Generali Rimangono Invariati
La normativa mantiene inalterati i requisiti fondamentali per l’accesso alla NASPI. Il lavoratore deve trovarsi in stato di disoccupazione involontaria e deve possedere congiuntamente almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, oltre a trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi che precedono l’inizio della disoccupazione.
Le Eccezioni Previste dalla Normativa
La legge prevede importanti eccezioni al nuovo requisito contributivo. Non sono considerate cessazioni volontarie soggette alla nuova disciplina le dimissioni per giusta causa, le risoluzioni consensuali nell’ambito delle procedure di licenziamento disciplinare e le dimissioni presentate durante il periodo di tutela della maternità e paternità.
Le dimissioni per giusta causa comprendono diverse situazioni in cui il lavoratore è costretto a interrompere il rapporto per comportamenti del datore di lavoro che rendono impossibile la prosecuzione. Tra queste rientrano il mancato pagamento della retribuzione, le molestie sessuali, le modificazioni peggiorative delle mansioni, il mobbing, le variazioni significative delle condizioni di lavoro e i comportamenti ingiuriosi dei superiori.
Particolare attenzione merita il caso del trasferimento ad altra sede. Le dimissioni conseguenti a un trasferimento non sorretto da comprovate ragioni tecniche, organizzative o produttive sono considerate per giusta causa, indipendentemente dalla distanza. Analogamente, la risoluzione consensuale a seguito del rifiuto di un trasferimento a una sede distante oltre 50 chilometri o raggiungibile in più di 80 minuti con mezzi pubblici non è soggetta al nuovo requisito.
Modalità di Calcolo del Nuovo Requisito
Per il calcolo delle tredici settimane di contribuzione nel periodo “interstiziale”, sono considerate utili tutte le settimane retribuite che rispettano il minimale settimanale, inclusi i contributi previdenziali versati durante il rapporto di lavoro subordinato e i contributi figurativi per maternità obbligatoria, purché all’inizio dell’astensione risulti già versata la contribuzione.
Sono inoltre validi i periodi di congedo parentale regolarmente indennizzati, i periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari o convenzionati con possibilità di totalizzazione, e i periodi di astensione per malattia dei figli fino a 8 anni di età, nel limite di cinque giorni lavorativi nell’anno solare.
Nel caso di presenza di contribuzione agricola nel periodo di osservazione, questa è cumulabile con quella di altri settori, applicando i parametri di equivalenza che prevedono sei contributi giornalieri agricoli per il riconoscimento di una settimana contributiva.
Applicazione Pratica della Normativa
La nuova disciplina si applica esclusivamente alle domande di NASPI presentate a seguito di cessazioni involontarie avvenute dal 1° gennaio 2025. È importante precisare che mentre la cessazione volontaria deve necessariamente riguardare un rapporto a tempo indeterminato, la successiva cessazione involontaria può interessare sia rapporti a tempo indeterminato che determinato.
L’INPS verificherà d’ufficio la presenza del nuovo requisito, analizzando la storia contributiva del richiedente per individuare eventuali cessazioni volontarie nei dodici mesi precedenti la domanda. Solo in presenza di tali cessazioni sarà necessario accertare il rispetto del requisito delle tredici settimane di contribuzione nel periodo interstiziale.
Impatti per Lavoratori e Aziende
Questa modifica normativa richiede una maggiore attenzione nella pianificazione dei cambiamenti lavorativi. I lavoratori che intendono presentare dimissioni volontarie da un rapporto a tempo indeterminato devono considerare che, in caso di successiva cessazione involontaria entro dodici mesi, dovranno dimostrare un’adeguata contribuzione nel periodo intermedio per accedere alla NASPI.
Le aziende, dal canto loro, devono essere consapevoli che le procedure di risoluzione consensuale “pura” potrebbero avere implicazioni sui diritti previdenziali dei lavoratori, mentre quelle che si inquadrano nelle procedure disciplinari mantengono la loro neutralità rispetto all’accesso alla NASPI.
La riforma rappresenta un importante strumento di tutela del sistema previdenziale, garantendo che l’indennità di disoccupazione sia effettivamente destinata a chi si trova in una condizione di genuina necessità, rafforzando al contempo la finalità solidaristica della prestazione.