Nuove opportunità per le aziende che assumono donne in condizioni di svantaggio occupazionale
Il mercato del lavoro italiano si arricchisce di un nuovo strumento per favorire l’occupazione femminile. Con la recente circolare n. 91 del 12 maggio 2025, l’INPS ha fornito dettagliate istruzioni operative sull’esonero contributivo per l’assunzione di donne svantaggiate, introdotto dall’articolo 23 del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, successivamente convertito dalla legge 4 luglio 2024, n. 95.
Questa misura rappresenta un’importante opportunità per le aziende che desiderano ampliare il proprio organico con personale femminile, beneficiando al contempo di significativi vantaggi economici. La normativa si inserisce nel quadro delle politiche attive per il lavoro, con l’obiettivo di ridurre il divario occupazionale di genere e promuovere l’integrazione delle donne nel tessuto produttivo nazionale, con particolare attenzione alle aree del Mezzogiorno.
Chi può beneficiare dell’esonero contributivo
L’agevolazione è rivolta a tutti i datori di lavoro privati, indipendentemente dalla loro natura imprenditoriale. Possono accedere all’incentivo tanto le società di capitali quanto le imprese individuali, le società di persone, gli enti non commerciali e i datori di lavoro del settore agricolo. Restano invece escluse le pubbliche amministrazioni come definite dall’articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001.
È importante sottolineare che l’esonero contributivo non è applicabile ai rapporti di lavoro domestico, ai contratti di apprendistato, al lavoro intermittente e alle prestazioni di lavoro occasionale. Al contrario, rientrano nel perimetro dell’agevolazione le assunzioni a tempo indeterminato, anche a tempo parziale, i rapporti di lavoro subordinato instaurati in cooperativa e le assunzioni effettuate a scopo di somministrazione.
Le categorie di donne svantaggiate destinatarie della misura
La normativa identifica tre principali categorie di donne per le quali i datori di lavoro possono richiedere l’esonero contributivo:
- La prima categoria comprende le donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, indipendentemente dal luogo di residenza. Per queste lavoratrici, l’esonero ha una durata di 24 mesi dalla data di assunzione.
- La seconda categoria è costituita dalle donne residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno, prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Anche in questo caso, l’esonero ha una durata di 24 mesi.
- Infine, la terza categoria include le donne impiegate in professioni o settori caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere. Per queste lavoratrici, l’esonero ha una durata di 12 mesi dalla data di assunzione.
Ma cosa si intende per “privo di impiego regolarmente retribuito”? Secondo la normativa, tale condizione si verifica quando, negli ultimi sei mesi (o 24 mesi per la prima categoria), la donna non ha prestato attività lavorativa riconducibile a un rapporto di lavoro subordinato della durata di almeno sei mesi, oppure ha svolto attività lavorativa in forma autonoma da cui deriva un reddito inferiore a 5.500 euro annui, o ancora ha svolto attività parasubordinata da cui deriva un reddito inferiore a 8.500 euro annui.
Misura e durata dell’esonero contributivo
L’esonero prevede un beneficio economico significativo per i datori di lavoro: si tratta infatti di un esonero totale (100%) dei contributi previdenziali a loro carico, con un limite massimo mensile di 650 euro per ciascuna lavoratrice assunta.
Come anticipato, la durata dell’esonero varia in base alla categoria di appartenenza della lavoratrice: 24 mesi per le donne molto svantaggiate (disoccupate da almeno 24 mesi) o residenti nella ZES (disoccupate da almeno 6 mesi), 12 mesi per le donne impiegate in settori con accentuata disparità di genere.
È importante notare che alcuni contributi sono espressamente esclusi dall’esonero: i premi e i contributi dovuti all’INAIL, il contributo al Fondo per l’erogazione del TFR ai lavoratori dipendenti del settore privato, i contributi ai Fondi di solidarietà bilaterali e al Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo, nonché il contributo dello 0,30% destinato ai Fondi interprofessionali per la formazione continua.
Condizioni per l’accesso all’esonero
Per poter beneficiare dell’esonero contributivo, i datori di lavoro devono rispettare alcune condizioni fondamentali. Innanzitutto, è necessario essere in regola con gli obblighi di contribuzione previdenziale e possedere un DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) regolare.
In secondo luogo, non devono sussistere violazioni in materia di tutela delle condizioni di lavoro, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. È inoltre richiesto il rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali, regionali, territoriali o aziendali.
Una condizione particolarmente rilevante è la realizzazione dell’incremento occupazionale netto, calcolato mensilmente rispetto alla media dei 12 mesi precedenti. Tale incremento è espresso in Unità di Lavoro Annuo (ULA), considerando le frazioni per i lavoratori part-time, e deve essere verificato ogni mese confrontando l’occupazione media dei 12 mesi precedenti.
È interessante notare che l’esonero è comunque applicabile se i posti vacanti derivano da dimissioni volontarie, invalidità, pensionamento o riduzione volontaria dell’orario di lavoro. Al contrario, il requisito dell’incremento occupazionale deve essere rispettato se i posti sono vacanti a seguito di licenziamenti per riduzione di personale.
Per le assunzioni di donne residenti nella ZES e disoccupate da almeno 6 mesi, si applicano ulteriori condizioni: è vietato effettuare licenziamenti nei 6 mesi precedenti l’assunzione ed è altresì vietato licenziare la lavoratrice o altri dipendenti con la stessa qualifica nei 6 mesi successivi all’assunzione.
Compatibilità con gli aiuti di Stato e altri esoneri
L’esonero contributivo per l’assunzione di donne svantaggiate si configura come un aiuto di Stato e, in quanto tale, deve rispettare alcune limitazioni. In particolare, l’agevolazione non può superare il 50% dei costi salariali totali e non è ammessa per le imprese in difficoltà secondo il regolamento UE 651/2014. Si applica inoltre la clausola Deggendorf, che esclude i datori di lavoro che hanno ricevuto aiuti illegali non rimborsati.
Per quanto riguarda la cumulabilità con altri incentivi, l’esonero non è cumulabile con altre forme di esonero o riduzione delle aliquote di finanziamento, né con l’incentivo per l’assunzione di donne di cui alla legge n. 92/2012, né con la “Decontribuzione Sud”, l’incentivo per l’assunzione di lavoratori disabili o l’incentivo per l’assunzione di beneficiari NASpI. È invece compatibile con la maggiorazione del costo ammesso in deduzione, con le agevolazioni sulla quota dei contributi a carico della lavoratrice e con l’esonero dell’1% per i datori con “Certificazione della parità di genere”.
Come richiedere l’esonero contributivo
La procedura per richiedere l’esonero contributivo è semplice e interamente digitalizzata. A partire dal 16 maggio 2025, i datori di lavoro interessati possono inoltrare domanda tramite il modulo online disponibile sul sito dell’INPS nella sezione “Portale delle Agevolazioni – Incentivi Decreto Coesione 3 Articolo 23- Donne”.
Dopo la presentazione della domanda, l’INPS calcola l’importo spettante, verifica la disponibilità di risorse e il rispetto della clausola Deggendorf, quindi autorizza l’esonero e lo registra nel Registro Nazionale degli aiuti di Stato.
È importante sottolineare che, per le assunzioni non ancora effettuate al momento della richiesta, il datore di lavoro ha 10 giorni di tempo per assumere la lavoratrice e inviare la comunicazione obbligatoria, pena la perdita dell’accantonamento.
Conclusioni
Il Bonus Donne 2025 rappresenta un’opportunità significativa per le aziende che desiderano investire nel personale femminile, contribuendo al contempo alla riduzione del divario occupazionale di genere nel nostro Paese. L’esonero contributivo del 100%, con un tetto mensile di 650 euro per lavoratrice, costituisce un incentivo economico di rilievo, particolarmente in un momento di ripresa economica come quello attuale.
Per i consulenti del lavoro e i professionisti del settore, è fondamentale conoscere nei dettagli questa misura per poter offrire una consulenza accurata e puntuale ai propri clienti, accompagnandoli nel processo di richiesta dell’esonero e nella gestione delle condizioni necessarie per il suo mantenimento.
Le aziende che sapranno sfruttare al meglio questa opportunità potranno non solo beneficiare di un vantaggio economico immediato, ma anche arricchire il proprio capitale umano con professionalità femminili che, come dimostrato da numerosi studi, contribuiscono significativamente alla produttività e all’innovazione aziendale.